Il Museo di Reggio : la Sala Napoleonica
Nella sala napoleonica è documentata la nascita della bandiera e la storia delle vicende politiche di Reggio Emilia dal 1796 all’inizio della Restaurazione.
Dopo la proclamazione della repubblica reggiana il 26 agosto 1796 fu proprio nella Sala del Tricolore che il Congresso della Repubblica Cispadana approvò la mozione di Giuseppe Compagnoni di rendere “universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori verde, bianco e rosso”: naque così il Tricolore, bandiera di uno stato sovrano, destinata a diventare presto il simbolo dell’indipendenza e dell’unità nazionale.
Napoleone e la Repubblica Reggiana
Agli occhi dei patrioti italiani che fraternizzano con le truppe napoleoniche durante la campagna d’Italia, tra il 1796 e il 1799, i nuovi ideali di libertà, di uguaglianza e di fraternità trovano il loro simbolo più forte nel tricolore francese.
Anche i reparti militari “italiani” costituiti all'epoca per affiancare le truppe francesi adottano uniformi e stendardi con fogge e colori propri, non solo per rendersi riconoscibili in battaglia, ma anche per ragioni politiche. Una forza militare “nazionale” rappresenta infatti il primo simbolo di un nuovo stato che, nella strategia di Napoleone, deve soppiantare la potenza austriaca nell’Italia settentrionale. Così le uniformi della Legione Lombarda e della Legione Italiana, fortemente volute da Napoleone, si distinguono da quelle francesi per avere, al posto del blu, il verde, mutuato con ogni probabilità dal tradizionale colore delle uniformi della milizia urbana milanese.
A Reggio Emilia, nella notte del 25 agosto 1796, viene innalzato in Piazza Grande l'albero della libertà. Il giorno successivo, il Senato reggiano decide di assumere il governo della città e di istituire la Guardia Civica. Nasce così la Repubblica Reggiana.
Il 4 ottobre a Montechiarugolo, la Guardia Civica reggiana, capeggiata da Carlo Ferrarini e coadiuvata da alcuni granatieri francesi, costringe alla resa una colonna di 150 austriaci. Il fatto d’arme assunse un significato politico e simbolico di vasta portata, suscitando l’entusiasmo dei patrioti italiani ed assicurando ai reggiani una duratura fama di coraggio e patriottismo. Napoleone stesso ne enfatizza l'importanza, esaltando lo slancio dei reggiani "nella carriera della libertà", mentre il Foscolo definisce Reggio "Città animatrice d'Italia" e i reggiani "primi veri Italiani e liberi cittadini".
Ed è appunto a Reggio che, nella seduta notturna tra il 27 e il 28 dicembre, il Congresso delle quattro città confederate di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio delibera la costituzione della Repubblica Cispadana "una e indivisibile" e, nella seduta del 7 gennaio 1797, approva la mozione di Giuseppe Compagnoni di rendere “universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori verde, bianco e rosso": nasce così il Tricolore, bandiera di uno stato sovrano, destinata a diventare presto il simbolo dell’indipendenza e dell’unità nazionale. Il vessillo cispadano ha i colori disposti in tre strisce orizzontali: il rosso in alto, il bianco in mezzo, il verde in basso. Al centro è raffigurato il turcasso o faretra con quattro frecce, a simboleggiare l'unione dei quattro popoli che hanno aderito alla Repubblica, mentre ai lati sono poste le iniziali di “Repubblica Cispadana”.
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