domenica 30 ottobre 2016

I VINI DI FORLI’

I Vini della Romagna
Il vino in Romagna da sempre è simbolo di ospitalità e convivialità. Oggi tuttavia l'enologia romagnola vuol essere anche portavoce di un territorio, caratterizzandosi per l”offerta di qualità. Nella fascia collinare e pedemontana della Provincia
di Forlì - Cesena, grazie alla posizione favorevole tra Appennino e pianura, si è sviluppata una gloriosa tradizione vitivinicola, che si trova in una fase di interessante sviluppo qualitativo sia in vigna che in cantina. E l”impegno dei produttori locali per assicurare al vino romagnolo una rinnovata immagine ha trovato in tempi recenti riscontro in numerosi riconoscimenti ottenuti dalle etichette made in Romagna. Dei cinque vini romagnoli, due vitigni (Sangiovese e Trebbiano) sono i più diffusi nel territorio nazionale, padri maggioritari di molti vini, anche di grande pregio. Gli altri (Albana, Pagadebit e Cagnina) sono oltremodo peculiari del territorio della Provincia di Forlì - Cesena.

LA NUOVA DENOMINAZIONE “ROMAGNA”

L'8 ottobre 2011 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 235 il Decreto di riconoscimento della nuova denominazione di origine controllata dei vini “Romagna”.
Denominazione che, oltre a prevedere la modifica della DOCG Albana di Romagna in “Romagna Albana”, accorpa in un unico disciplinare, oltre all'Albana spumante, le DOC Sangiovese, Trebbiano, Cagnina e Pagadebit, variandone la denominazione in “Romagna Sangiovese”, “Romagna Trebbiano”, “Romagna Pagadebit”, “Romagna Cagnina”. Il disciplinare “Romagna” riunisce quindi tutte le attuali denominazioni, con l'obiettivo di salvaguardare e promuovere con maggiore efficacia, sul mercato nazionale e internazionale, i territori dei vini e ovviamente i prodotti a Denominazione di Origine.

ROMAGNA SANGIOVESE
Le prime notizie risalgono al lontano “600; si narra che durante un banchetto tenuto nel Monastero dei Frati Cappuccini in Santarcangelo di Romagna, alla presenza di Papa Leone XII ed illustri ospiti, fu servito questo vino prodotto dagli stessi monaci.
Il vino fu molto apprezzato e ne fu chiesto il nome. Un monaco, con prontezza di spirito, disse che il vino si chiamava “Sunguis di Jovis” = Sangue di Giove (Sanjovese). Col passare degli anni, questo vino assunse a simbolo della terra di Romagna, grazie anche ad attenti ed intelligenti produttori.
A livello nazionale le uve di Sangiovese da sole o associate ad altre, concorrono alla produzione di vini famosi quali il Brunello di Montalcino, i vari Chianti, Il Forgiano Rosso, il Rosso Conero e tantissimi altri. Il Sangiovese prodotto nell’area romagnola, negli ultimi dieci anni, ha riscontrato una visibile e costante crescita qualitativa, che nelle punte di eccellenza regge il confronto dei più famosi Sangiovesi sopracitati
Si dice che il Sangiovese della Romagna (Sanzve”s) contenga il carattere dei romagnoli: franco, esuberante, schietto robusto ed ospitale e nello stesso tempo ruvido, all’esterno, ma sincero e delicato, all’interno.
Il nuovo disciplinare della DOC prevede le tipologie novello, superiore e riserva. Il “Romagna Sangiovese” e il “Romagna Sangiovese Superiore” hanno un”unica zona di produzione, quella prevista attualmente per il Sangiovese di Romagna.
Per il “Romagna Sangiovese” tipo “riserva”, sono previste 12 sottozone: Bertinoro, Brisighella, Castrocaro – Terra del Sole, Cesena, Longiano, Meldola, Modigliana, Marzeno, Oriolo, Predappio, San Vicinio, Serra; la menzione aggiuntiva della sottozona aiuterà a qualificare ulteriormente i prodotti creando interesse alla conoscenza dei luoghi e delle tradizioni di questo importante vino.


E’ un signor vino, che si accompagna a: tutte le minestre (casalinghe) condite con ragù di carni, con arrosti misti e grigliate, con i classici”castrato” e “cosciotto d”agnello”, con selvaggina e cacciagione, nonché con stracotti e brasati.

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