sabato 15 giugno 2013

A convivio con il pesce al ristorante Al Molin di Alano di Piave

La serata di giovedì 13 giugno del VI Festival Europeo del Gusto si è aperta al ristorante pizzeria Al Molin di Alano di Piave con uno stage della trasmissione multimediale L'Italia del Gusto, sui temi dell'abitare in montagna.
Si è tenuta poi la prima serata della rassegna 'Sapori d'Europa al Molin', sotto il Patrocinio della Civica Amministrazione. A convivio con il pesce, iniziando da un carpaccio di storione per volare poi ai gamberoni di fiume. Gli spaghetti al cartoccio con le cozze hanno poi 'aperto' la strada all'anguilla in umido e alla trota salmonata, in una sinfonia che ha deliziato i palati dei commensali.
I vini delle Cantine Sebastianelli di Guardia Sanframondi (Benevento), hanno accompagnato il desinare.
Giovanna e Luca Vidorin (Panificio Il Tuo Forno di Falzè di Trevignano), hanno interpretato il giusto pane
per un incontro a convivio del tutto particolare, con la consueta creatività.

domenica 9 giugno 2013

Tre regioni a convivio al ristorante al Molin


La serata che si svolge lunedì 10 giugno al ristorante pizzeria al Molin, nel quadro delle iniziative di informazione del VI Festival Europeo del Gusto, è dedicata ad una riflessione sui temi dell'informazione radiofonica e online.
Il menù è il frutto di una sapiente combinazione di temi enogastronomici regionali, in omaggio agli ospiti del Festival che, complessivamente, provengono da dieci paesi europei e dieci regioni italiane.
Si parte dalla degustazione di tranci di pizza interpretati con le eccellenze del territorio. Poi vanno di scena le pappardelle del Pastificio Columbro ( Fano, Marche) con un ragù di cinghiale. Il secondo è dedicato ad una ricetta locale tradizionale : il pastin. Chiudono i dolci, di sicura interpretazione artigianale.
I vini che accompagnano la serata sono i vini delle Cantine Sebastianelli di Guardia Sanframondi
(Benevento, Campania), presentati dall'enologo Domenico Sebastianelli.
Insomma, tre regioni a convivio !


sabato 8 giugno 2013

La pasta Columbro (Fano) al ristorante al Molin

Passione e tradizione

Una ricerca accurata delle materie prime rigorosamente di alta qualità, una preziosa esperienza di oltre trentacinque anni di lavorazione delle varie tipologie di pasta ed una grande professionalità, fanno del pastificio Columbro una delle realtà produttive più qualificate e ricercate del nostro settore.

Il Pastificio Columbro nasce nel 1972 grazie ad Acrisio Nicola Columbro e la moglie Iris Ghiandoni. Acrisio Columbro, cugino di Marco Columbro, lavorava in quel periodo come agente per grandi aziende di Pasta. Poi, la sua grande passione per la pasta, Lo spinse ad impiantare un’azienda di produzione propria. Gli inizi furono molto duri, ma col tempo le cose andarono sempre meglio. Iniziò così il percorso lavorativo di Acrisio Columbro e della sua famiglia verso la produzione e la distribuzione di pasta di alta qualità. I macchinari, inizialmente presi a noleggio, vennero acquistati; al primo investimento ne seguirono altri ed Il Pastificio Columbro aumentò di dimensioni e di solidità economica anno per anno.

Una strada difficile, visto la competitività di un mercato sempre più orientato ad offrire prodotti costruiti sul prezzo e la quantità a discapito della qualità. Ma nel tempo, questa strada coraggiosamente intrapresa da Acrisio Columbro e la sua famiglia, ha ricevuto consensi ed apprezzamenti da parte dei consumatori ed una sempre maggiore richiesta da parte del mercato.

La pasta prodotta dal Pastificio Columbro è particolarmente apprezzata dagli attenti consumatori del mercato biologico, poichè l’accurata lavorazione porta a valorizzare al massimo, sia il sapore che le qualità nutrizionali insite nel prodotto stesso.

Oggi, l’azienda ha raggiunto volumi considerevoli e nonostante le dimensioni (oltre 4000 mq di magazzini e laboratori), le caratteristiche di artigianalità sono rimaste intatte. Inoltre, tutti gli investimenti fatti sul miglioramento tecnologico, hanno sempre comunque evidenziato e mantenuto in primo piano la qualità del prodotto. Sono sempre presenti e vigili a lavorare in azienda sia i genitori, Iris ed Acrisio, sia i figli Rosario ed Andrea che erediteranno questo straordinario progetto, dove passione, tradizione, ricerca e storia si sono uniti per trasformare un sogno in realtà.

FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE


Si vive in questa realtà artigiana, un perfetto connubio fra tradizione ed innovazione tecnologica. I prodotti che nascono in queste lavorazioni esprimono la storia di una famiglia in cui due generazioni sono impegnate alla conservazione ed allo sviluppo di uno stesso progetto: diffondere il valore del cibo sano e della tradizione pastaia, legandoli ad una accurata e sana ricerca tecnologica che consenta la lavorazione di paste speciali di difficile realizzazione.




Il ristorante pizzeria al Molin propone la trota salmonata del Friuli

Il ristorante pizzeria al Molin proporrà fra gli ingredienti dedicati all'acqua, la trota salmonata affumicata e la renga di FriulTrota.

"La nostra azienda nasce nel 1970 per volontà di Giuseppe Pighin, da sempre appassionato di pesca e di cose genuine. Quel laghetto che allora era nato solo come un hobby, lentamente e con grande passione e dedizione è diventato il nostro mestiere, ed il laghetto si è trasformato in un allevamento diverso da qualsiasi altro; questo perché il nostro obiettivo principale era di valorizzare una trota genuina, particolare, allevata da noi con procedure non convenzionali per garantire la qualità e la salubrità del prodotto.
Per ottenere il massimo in qualità abbiamo preservato le caratteristiche ambientali originarie: tanta acqua corrente, bassissima densità del pesce, alimentazione naturale e non forzata integrata in modo da ottenere carni compatte e saporite e rispetto dei tempi naturali di crescita.

Questo ci ha permesso di ricreare un habitat naturale dove le trote salmonate raggiungono gli 8-10 kg di peso in 7-8 anni! Dopodiché, per andare incontro alle esigenze di mercato, abbiamo pensato di andare oltre al semplice allevamento e di creare un prodotto pronto e confezionato. Attraverso la ricerca di metodi di lavorazione tradizionali, abbiamo creato la "Regina di San Daniele", la nostra trota salmonata affumicata, e da li' tutta una serie di prodotti.
Tutte le nostre specialità, oltre ad essere pronte all'uso e di facile utilizzo, si distinguono per la bontà e per la genuinità che le rende leggere e digeribili; per questo la nostra azienda, nata da una passione personale, è diventata leader nel settore per la bontà e la naturalezza dei suoi prodotti."
Lunedì 10 giugno l'Associazione l'Altratavola, sotto il Patrocinio della Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto, promuove a convivio le iniziative di informazione legate alla rassegna Sapori d'Europa.
Il menù prevede uno 'scambio' fra Veneto, Campania e Marche, così come è nello spirito del VI Festival Europeo del Gusto. La serata sarà documentata in diretta radiofonica.
Si parte con la pizza di casa, per poi passare alle pappardelle del pastificio Columbro (Fano), con ragù di cinghiale e al pastin (piatto tipico delle montagne bellunesi e feltrine) con polenta. Accompagneranno la serata i vini delle Cantine Sebastianelli di Guardia Sanframondi (Bn), presentati dall'enologo Domenico Sebastianelli.


Passione e tradizione

Una ricerca accurata delle materie prime rigorosamente di alta qualità, una preziosa esperienza di oltre trentacinque anni di lavorazione delle varie tipologie di pasta ed una grande professionalità, fanno del pastificio Columbro una delle realtà produttive più qualificate e ricercate del nostro settore.

Il Pastificio Columbro nasce nel 1972 grazie ad Acrisio Nicola Columbro e la moglie Iris Ghiandoni. Acrisio Columbro, cugino di Marco Columbro, lavorava in quel periodo come agente per grandi aziende di Pasta. Poi, la sua grande passione per la pasta, Lo spinse ad impiantare un’azienda di produzione propria. Gli inizi furono molto duri, ma col tempo le cose andarono sempre meglio. Iniziò così il percorso lavorativo di Acrisio Columbro e della sua famiglia verso la produzione e la distribuzione di pasta di alta qualità. I macchinari, inizialmente presi a noleggio, vennero acquistati; al primo investimento ne seguirono altri ed Il Pastificio Columbro aumentò di dimensioni e di solidità economica anno per anno.

Una strada difficile, visto la competitività di un mercato sempre più orientato ad offrire prodotti costruiti sul prezzo e la quantità a discapito della qualità. Ma nel tempo, questa strada coraggiosamente intrapresa da Acrisio Columbro e la sua famiglia, ha ricevuto consensi ed apprezzamenti da parte dei consumatori ed una sempre maggiore richiesta da parte del mercato.

La pasta prodotta dal Pastificio Columbro è particolarmente apprezzata dagli attenti consumatori del mercato biologico, poichè l’accurata lavorazione porta a valorizzare al massimo, sia il sapore che le qualità nutrizionali insite nel prodotto stesso.

Oggi, l’azienda ha raggiunto volumi considerevoli e nonostante le dimensioni (oltre 4000 mq di magazzini e laboratori), le caratteristiche di artigianalità sono rimaste intatte. Inoltre, tutti gli investimenti fatti sul miglioramento tecnologico, hanno sempre comunque evidenziato e mantenuto in primo piano la qualità del prodotto. Sono sempre presenti e vigili a lavorare in azienda sia i genitori, Iris ed Acrisio, sia i figli Rosario ed Andrea che erediteranno questo straordinario progetto, dove passione, tradizione, ricerca e storia si sono uniti per trasformare un sogno in realtà.

FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE


Si vive in questa realtà artigiana, un perfetto connubio fra tradizione ed innovazione tecnologica. I prodotti che nascono in queste lavorazioni esprimono la storia di una famiglia in cui due generazioni sono impegnate alla conservazione ed allo sviluppo di uno stesso progetto: diffondere il valore del cibo sano e della tradizione pastaia, legandoli ad una accurata e sana ricerca tecnologica che consenta la lavorazione di paste speciali di difficile realizzazione.



Passione e tradizione

Una ricerca accurata delle materie prime rigorosamente di alta qualità, una preziosa esperienza di oltre trentacinque anni di lavorazione delle varie tipologie di pasta ed una grande professionalità, fanno del pastificio Columbro una delle realtà produttive più qualificate e ricercate del nostro settore.

Il Pastificio Columbro nasce nel 1972 grazie ad Acrisio Nicola Columbro e la moglie Iris Ghiandoni. Acrisio Columbro, cugino di Marco Columbro, lavorava in quel periodo come agente per grandi aziende di Pasta. Poi, la sua grande passione per la pasta, Lo spinse ad impiantare un’azienda di produzione propria. Gli inizi furono molto duri, ma col tempo le cose andarono sempre meglio. Iniziò così il percorso lavorativo di Acrisio Columbro e della sua famiglia verso la produzione e la distribuzione di pasta di alta qualità. I macchinari, inizialmente presi a noleggio, vennero acquistati; al primo investimento ne seguirono altri ed Il Pastificio Columbro aumentò di dimensioni e di solidità economica anno per anno.

Una strada difficile, visto la competitività di un mercato sempre più orientato ad offrire prodotti costruiti sul prezzo e la quantità a discapito della qualità. Ma nel tempo, questa strada coraggiosamente intrapresa da Acrisio Columbro e la sua famiglia, ha ricevuto consensi ed apprezzamenti da parte dei consumatori ed una sempre maggiore richiesta da parte del mercato.

La pasta prodotta dal Pastificio Columbro è particolarmente apprezzata dagli attenti consumatori del mercato biologico, poichè l’accurata lavorazione porta a valorizzare al massimo, sia il sapore che le qualità nutrizionali insite nel prodotto stesso.

Oggi, l’azienda ha raggiunto volumi considerevoli e nonostante le dimensioni (oltre 4000 mq di magazzini e laboratori), le caratteristiche di artigianalità sono rimaste intatte. Inoltre, tutti gli investimenti fatti sul miglioramento tecnologico, hanno sempre comunque evidenziato e mantenuto in primo piano la qualità del prodotto. Sono sempre presenti e vigili a lavorare in azienda sia i genitori, Iris ed Acrisio, sia i figli Rosario ed Andrea che erediteranno questo straordinario progetto, dove passione, tradizione, ricerca e storia si sono uniti per trasformare un sogno in realtà.

FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE


Si vive in questa realtà artigiana, un perfetto connubio fra tradizione ed innovazione tecnologica. I prodotti che nascono in queste lavorazioni esprimono la storia di una famiglia in cui due generazioni sono impegnate alla conservazione ed allo sviluppo di uno stesso progetto: diffondere il valore del cibo sano e della tradizione pastaia, legandoli ad una accurata e sana ricerca tecnologica che consenta la lavorazione di paste speciali di difficile realizzazione.
 

sabato 1 giugno 2013

Guardia Sanframondi : un borgo medievale in collina

Guardia Sanframondi è un comune italiano di 5.341 abitanti della provincia di Benevento in Campania.

Territorio

Guardia Sanframondi dista dal suo capoluogo di provincia circa 28 km e fa parte della Comunità Montana del Titerno. Si presenta come un caratteristico borgo medievale dominante l'intera Valle Telesina. Il suo territorio è quasi esclusivamente collinare per cui offre un ottimo clima e suggestivi panorami; solo la parte meridionale, che protende verso il corso del Fiume Calore, è pianeggiante. Le aree in quota sono caratterizzate da boschi di conifere e querce, per il resto il territorio guardiese è dominato da vaste distese di vigneti e oliveti.

Geologia

Il territorio guardiese è caratterizzato da un complesso geolitologico arenaceo-calcareo-argillitico, costituito da una successione di argilliti policrome, calcareniti e calciruditi, e arenarie; tale complesso può includere litologie e/o successioni litologiche prevalentemente argillose e marnose-calcaree.
Classificazione sismica: Zona 1 "Alta sismicità", (Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003, aggiornato al 16/01/2006).

Idrografia

Il comune di Guardia S. è attraversato da diversi corsi d'acqua a carattere torrentizio:
  • Torrente Seneta; affluente del Rio Grassano;
  • Torrente Ratello, a poche decine di metri dalla sua sorgente inizia il suo percorso ipogeo, ritorna in superficie solo dopo aver attraversato l'intero centro abitato nei pressi di Via Costarella, punto in cui è possibile ammirare suggestivi panorami;
  • Rio Capuano.

Storia

Salita Monte dei Pegni.
Portici nel centro storico.
Diverse sono le opinioni degli studiosi circa le origini della cittadina, che alcuni fanno risalire ad epoca romana o sannita, altri ad epoca longobarda, altri ancora al periodo normanno. È certo che questo territorio è stato abitato fin da tempi antichissimi. A testimonianza del fatto diversi ritrovamenti di manufatti litici del paleolitico inferiore in contrada Starze e in contrada Limata nel vicino comune di San Lorenzo Maggiore, (un’“amigdala” di tipo chelleano conservata nel Museo della Società Antropologica di Parigi). Altri manufatti in pietra di età neolitica sono stati ritrovati nella Grotta Sant'Angelo: gli scavi diretti dal locale antropologo Abele De Blasio nel 1896 portarono alla luce cocci di creta, una punta di lancia silicea, frammenti di ossa animali. La suddetta grotta fu dimora dell'uomo anche nella successiva età del bronzo, come dimostra il ritrovamento di asce di bronzo, monili vari, punte di lancia, fibule, un rasoio, uno scarnatoio o scarificatore, un ago da cucire, quattro ciondoli. A testimonianza dell'età del ferro ci sono in particolare un dolmen, cioè un monumento sepolcrale, una punta di lancia di ferro, due fusaiole, dei menhir (questi ultimi purtroppo abbattuti ed andati perduti).
A favore della tesi romana o sannita viene citata la favorevole posizione geografica, ideale per qualsiasi insediamento di carattere militare; di fatti alcuni studiosi pensano di ubicare l’antica città di Fulfulae proprio sulle pendici del Monte Ciesco. L'ipotesi longobarda è strettamente legata alla suddivisione della loro società in liberi, nobili proprietari terrieri, soldati di diritto detti arimanni, i cosiddetti aldii, ed infine i servi; a quest'ultima categoria appartenevano gli abitanti delle campagne obbligati a lavorare per i propri padroni. In ogni contado si ebbero corti, condome, masse, vichi e casali. Tra i vichi, in alcuni vecchi trattati, viene nominato Vico Fremondo o Vico San Fremondo che corrisponderebbe all’odierna Guardia Sanframondi. In seguito la località assunse il nome di Warda, che significarebbe luogo di guardia o di vedetta, in quanto il Vico San Fremondo rispondeva bene a tale scopo: dalla collina guardiese si riesce a controllare l’intera Valle del medio e basso corso del fiume Calore fino alla piana a ridosso Maddaloni.
I Longobardi iniziarono la fortificazione del centro abitato, per attaccare con maggior vigore il nemico e per difendersi altrettanto prontamente. A quest'epoca sarebbe da attribuire la costruzione dell'antico Castello, anche se altre fonti ammettono che la costruzione sia stata commissionata intorno al 1139 da Raone, capostipite dei Sanframondo. Dopo la parentesi saracena, che comportò grave scompiglio anche nel Ducato di Benevento, l'antica Warda longobarda passò sotto il dominio Normanno. Questo popolo, secondo altre ipotesi, diede il nome al paese, in quanto, nel 1151, troviamo signore di Guardia, di Cerreto e di altre terre, tale Guglielmo Sanframondo. Il paese fu, inoltre, teatro della sconfitta dei Normanni ad opera del prode Longobardo Landulfo della Greca (1113). Ai Normanni si avvicendarono prima gli Svevi e poi gli Angioini, che dopo oltre un secolo e mezzo furono scalzati dagli Aragonesi. Parlando della famiglia Sanframondo, che resse tra alterne vicende il paese dal 1088 circa al 1460, alcuni sostengono che siano stati di origine angioina, e cioè che siano venuti in Italia con Carlo I d'Angiò (difatti il paese viene citato nel Catasto del 1268 voluto da Carlo I d'Angiò, in cui viene già chiamata Guardia Sancti Fraymundi); altri studiosi, come De Lellis e De Blasio, ritiengono che siano normanni e che proprio da quel Castello presero il nome Sanframondo.
Nel 1469 alla famiglia Sanframondo succedettero i Carafa, duchi di Maddaloni, e la loro dominazione durerà fino al 1806, anno in cui fu proclamata dai francesi l'abolizione del feudalesimo. Nel corso dei secoli il paese fu colpito anche da alcune catastrofi naturali, tra cui ricordiamo il terremoto del 1456, che comportò notevoli danni e numerose vittime, e quello ancor più disastroso del 1688 che lo distrusse quasi completamente mietendo circa 1200 vittime. Guardia venne ricostruita nello stesso posto, grazie alla tenacia e alla volontà dei suoi abitanti. Nel XVIII secolo divenne un fiorente centro della concia delle pelli, che lo rese celebre tanto da essere appellato Guardia "delle sole". Nel 1810, la commissione feudale riconobbe all'universitas guardiese la proprietà della "montagna di Guardia" e abolì i diritti baronali. Nel 1811, in età murattiana, il paese fece parte del distretto di Piedimonted’Alife, nel 1861 fu annesso alla neonata Provincia di Benevento.
Del XX secolo va ricordato il periodo della Seconda Guerra Mondiale: Guardia Sanframondi come tutti i comuni della zona viene duramente colpito dai bombardamenti. Numerosi sono i caduti sia militari che civili. In loro memoria è posta sulla facciata della Chiesa di San Sebastiano una lapide riportante l’elenco delle vittime. Successivamente è stato costruito in Viale degli Eroi un piccolo sacrario, composto da una cappella alla cui guardia sono stati posti due vecchi cannoni. Negli anni ’60 e ’80 è un paese in continua crescita, tanto da diventare il centro più importante della Valle Telesina. Gli ultimi anni del XX secolo segnano il declino, dovuto ai classici problemi dei paesi del meridione d’Italia: disoccupazione e relativa emigrazione.

Monumenti e luoghi di interesse

Il centro storico, sviluppatosi attorno al Castello, è stato in parte abbandonato a seguito del terremoto del 1980, conservando ancora intatti alcuni scorci medievali. Vi sono diverse e pregevoli chiese barocche anche se l'abbandono degli anni passati ha recato qualche danno all'enorme patrimonio artistico del paese, che per il suo aspetto tipicamente medievale rimane uno dei più suggestivi centri della cultura sannitica. Infatti, ad eccezione del Santuario dell'Assunta e della Chiesa di San Sebastiano, le altre architetture religiose sono in gran parte in degrado (Convento e Chiesa di San Francesco, Chiesa di San Rocco, Chiesa di San Leonardo) mentre la Chiesa dell'Ave Gratia Plena, seppur restaurata, è stata oggetto di diversi vandalismi. Lo stesso Museo degli argenti è stato chiuso a seguito dei numerosi furti susseguitisi negli anni.

Architetture religiose

Santuario-basilica dell'Assunta



È una chiesa in stile barocco, a croce latina e a tre navate. La facciata si presenta in maniera semplice e modesta, mentre l'interno è ricco e maestoso. Alla fine di ciascuna navata si aprono tre cappelle dedicate rispettivamente al SS. Sacramento, a San Filippo Neri e all'Assunta. La navata centrale, ornata da pregevoli stucchi, è delimitata da due ordini di quattro archi sorretti da cinque colonne di pietra. La statua lignea che raffigura la Vergine è un'elegante scultura databile agli inizi del X secolo e rappresenta una Madonna con Bambino. Annesso alla chiesa è l'Oratorio dei Padri Filippini.

Chiesa dell'Annunciata-Ave Gratia Plena

Scorcio del centro storico con in fondo il campanile della Chiesa dell'Annunciata-Ave Gratia Plena.

Leone scolpito alla base del campanile della Chiesa dell'Annunciata-Ave Gratia Plena.
Antico edificio di culto edificato nel XV secolo e rifatto in periodo barocco. Conserva un pregevole soffitto intagliato e dorato, originariamente anche affrescato. Attualmente non è visitabile ma i diversi dipinti, alcuni del Matteis, sono conservati nell'Oratorio dei Filippini. Il campanile è in pietra locale a cinque ordini con cupolino a cipolla rivestito da embrici maiolicati cerretesi giallo e verdi. Alla base sono delle sculture medievali di riporto.

Chiesa di San Sebastiano


Voluta dai fabbricanti di suole nel '500, venne successivamente ampliata ed abbellita. L'attuale struttura ha un aspetto settecentesco con uno sfarzoso interno barocco ricco di stucchi dorati, affreschi del De Matteis nella volta e dipinti di autori locali e napoletani.

Altre architetture religiose

Il Castello visto dall'Oratorio dei Filippini.
L'incuria e l'abbandono dell'antico Convento di San Francesco.
Particolare del portale della Chiesa di San Rocco.

Architetture militari

Castello medievale dei Sanframondo

La struttura originaria, presumibilmente voluta dal normanno Raone di Sanframondo nel 1139, fu più volte rimaneggiata e trasformata nei secoli che seguirono. A sud fu eretta la cinta merlata divisa in cortine, con quattro torri merlate e, nella parte centrale, fu costruito il palazzo feudale con il mastio, mentre ad est fu scavato il fossato con il ponte levatoio. Anche se non era di vaste proporzioni, il castello poteva essere considerato come un forte dove una guarnigione bene armata, poteva dare filo da torcere al nemico.
Il tempo, le catastrofi e le intemperie lo hanno deteriorato notevolmente: il terremoto del 1456 arrecò i primi danni che furono rimediati solo parzialmente dalla ricostruzione ad opera degli Aragonesi nel 1461. Nel 1469 il castello fu affidato ai Carafa che lo tennero fino al 1806. Quando il feudalesimo fu abolito, rimase come dimora degli schiavi addetti alla coltivazione delle terre, che non ne ebbero più cura.
Solo nel XX secolo dopo cinque anni di restauro, realizzato in base alle notizie dateci da un manoscritto del Pingue (1702), nonché dallo studio dei ruderi esistenti, la ricostruzione di questa fortezza ha permesso il recupero dalle rovine di due grandi ambienti, dei quali uno è sede del Museo delle Farfalle l'altro di una panoramica sala convegni. Nell'enorme terrazzo, che sovrasta l'intera vallata, è stato allestito un teatro all'aperto, cornice di numerose manifestazioni nel periodo estivo, mentre nella parte inferiore, immediatamente dopo il cancello di ingresso, trova spazio un grazioso giardino pensile e un ulteriore terrazzo che permette di meglio osservare le vallate del Titerno e del medio Volturno e il massiccio del Matese. Oggi il castello è il fulcro della vita culturale del paese in quanto sede di importanti manifestazioni: dalle rassegne teatrali e cinematografiche a quelle musicali, dalle mostre d'arte e quelle fotografiche.

L'azienda vinicola Sebastianelli presenta i vini del Sannio al VI Festival Europeo del Gusto

Il ristorante pizzeria al Molin di Alano di Piave ospiterà l'incontro a convivio del VI Festival Europeo del Gusto per conoscere i vini di Guardia Sanframondi (Benevento).
Ospite della serata sarà Domenico Sebastianelli, enologo delle Cantine Sebastianelli.




428 metri sul livello del mare, lungo la via Sannitica, si incontra l'abitato di Guardia Sanframondi. Il paese, situato sulle pendici meridionali del Matese, è costruito sopra una roccia calcarea, sulla cui sommità si ergono i resti di un antico castello.
Chi dall’alto di Guardia Sanframondi gira intorno lo sguardo, ammira uno dei più bei panorami d'Italia. Le campagne, festonate di viti e ricche di alberi di olivo, degradano dolcemente verso la valle del basso Calore, il fiume che serpeggia fra i campi feraci. E quando, al tramonto, il sole cala dietro il Monte Acero, si ha tutta una fantasmagoria di luci e una sinfonia di colori.
A sud giganteggia la massa imponente del Taburno, il monte che Virgilio ci descrive come pingue di pascoli al sommo e di pregiati olivi al fianco. Il panorama si estende a perdita d’occhio in tutta la sua imponenza e grandiosità di bellezza ad una delle regioni più fertili d’Italia.



Azienda Vinicola Sebastianelli fu fondata nel 1972 da Silvio Sebastianelli nel centro dello storico paese di Guardia Sanframondi. Inizialmente l’azienda produceva esclusivamente vini venduti allo stato sfuso, ai quali successivamente affiancò la vendita in dame da 5 litri (1980).
Nel 1993 iniziarono i lavori di costruzione della nuova sede in Località Vassallo, dove poi l’azienda si trasferì definitivamente nel 1995. Il nuovo stabilimento fu dotato dal primo momento delle più moderne tecnologie per poter ottenere vini di alta qualità (pulizia dei mosti con mezzi fisici, fermentazioni a temperatura controllata, refrigerazione dei vini, ecc).
Dal 1995 l’Azienda Vinicola Sebastianelli ha investito con impegno e con passione sulla qualità del prodotto, apportando continui aggiornamenti dei processi di selezione e lavorazione delle uve.
Nel 2009, alla fine di un lungo periodo di perfezionamento, è stata lanciata la prima linea di vino imbottigliato di alta qualità.
Sannio DOC Aglianico
L'Aglianico DOC Sannio è ottenuto da uve provenienti dalle colline del Sannio, lavorate a temperatura controllata per dare vita ad un vino corposo dotato di una notevole struttura tannica e caratterizzato da note aromatiche di frutti rossi.

Il Piedirosso DOC Sannio è ottenuto esclusivamente da uve dell'omonimo vitigno provenienti dalle colline del Sannio, lavorate sapientemente per esaltare la tipicità di tale vino caratterizzato da note aromatiche di frutti rossi.


I vini bianchi
Sannio DOC Fiano
Il Fiano DOC Sannio è ottenuto dall'omonimo vitigno proveniente dalle colline del Sannio, lavorate sapientemente per esaltare la tipicità di tale vino caratterizzato da aromi di fiori bianchi, mela e frutta secca.
Il Greco DOC Sannio è ottenuto dall'omonimo vitigno proveniente dalle colline del Sannio, lavorate sapientemente per esaltare la tipicità di tale vino caratterizzato da aromi floreali, di frutta matura e miele.
Sannio DOC Falanghina
La Falanghina DOC Sannio è ottenuto dall'omonimo vitigno proveniente dalle colline del Sannio e lavorate a freddo per dare vita ad un vino caratterizzato da aromi di frutti tropicali e fiori bianchi.