Una
decina di Agricoltori Custodi si sono dati appuntamento a Milano,
presso lo Show room Elica, in occasione de “I giovedì del gusto”,
organizzati in concomitanza di Expo 2015. Tema della serata la
Biodiversità e le colture che evocano antichi sapori e forti memorie.
Abbiamo
quindi scoperto che i capperi non sono solo “siciliani”: il “cappero
rupestre di Borgo Cisterna”, coltivato nella zona di Macerata Feltria,
della specie Capparis Rupestris (comunemente conosciuta come cappero
spinoso) è stato ritrovato sui muri di un antico Borgo marchigiano.
Grazie alle cure dell’agricoltore, la produzione si è diffusa, fino a
rappresentare l’ingrediente principale di numerose ricette e
conservazioni.
Abbiamo
potuto assaporare la famosa zuppa di Cicerchia, legume coltivato, con
tecniche a basso impatto ambientale, nel Territorio di Serra de’ Conti,
sulle colline del Verdicchio.
Non
è mancata la polenta, cucinata con mais ottofile. La polenta, infatti,
era l’alimento principale della popolazione marchigiana e si consumava
almeno una volta al giorno. Il mais ottofile di Roccacontrada è una
varietà locale di mais, tipica delle Marche e recuperata nei dintorni di
Arcevia. La riscoperta del mais ottofile di Roccacontrada è avvenuta
grazie a qualche piccola coltivazione familiare ancora presente sul
territorio ed è collegata alla vicinanza del mulino ad acqua sul fiume
Misa, ove la farina viene macinata a pietra.
Altra
curiosità, conosciuta in questo appuntamento è stato l’Anice verde di
Castignano, il suo nome deriva dalla voce latina “anisum”. La
coltivazione dell’Anice a Castignano risale alla metà dell’800 e i primi
impieghi furono nei liquorifici: chi non conosce la tradizione
marchigiana nei liquori a base di anice (Vernelli e Meletti)? Pochi però
sanno che è fatta menzione dell’anice nei Trattati di Botanica del 1500
e che nelle Marche alla fine del 1700 l’anice era una spezia di largo
consumo, tra le merci più commercializzate.
La
fiaschetta del mistrà (liquore all’anice) era inoltre la dotazione dei
crociati che partivano per la difesa della Terra Santa.
Queste
e tante altre curiosità sono state svelate dagli Agricoltori Custodi
marchigiani nel corso dell’incontro che ha comunicato una vera filosofia
di vita, curando prodotti evocativi di sapori ormai dimenticati.
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